Club Alpino Italiano - Sezione di FOGGIA
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Club Alpino Italiano - Sezione di FOGGIA
 

 

Domenica 25 febbraio 2024 - Intersezionale con il CAI Matera - Itinerario tematico“Terre delle Gravine”
Valloni ed Eremi di Pulsano
 

Difficoltà:

  T/E
Quota massima:   530 m. (Tomaiuolo)
Quota minima:   430 m. (Eremo di San Nicola)
Durata A/R: 6 ore circa (comprese soste)
Lunghezza:   12 Km.
Acqua:  

si consiglia di portare almeno 1,0 litri:

non è possibile rifornirsi lungo il percorso.

Attrezzatura necessaria:  
scarponcini da trekking (obbligatori), abbigliamento a strati da montagna, giacca a vento, bastoncini da trekking (consigliati)
Tempi di percorrenza stradale:   circa 45 minuti da Foggia. Viaggio di trasferimento con auto proprie.
Appuntamento:   ore 9 Caffè dell’Alba. Orario stabilito sui tempi dei soci di Matera
Responsabili: Annamaria Lorusso ORTAM (3358351357)-Fernando Lelario (3474193880), Renzo Infante

Come raggiungere il luogo di inizio percorso:

da Foggia prendereSS 89 Foggia-Manfredoniain direzione Manfredonia, dall’uscita Manfredonia Centro entrare in Manfredonia, svoltare dopo circa 2 km a sinistra verso Frazione Montagna,si prosegue fino a Tomaiuolo.

 
Per i non soci: assicurazione obbligatoria pari a € 12,00.
AVVERTENZE: anche se il percorso è semplice e breve, si richiede esperienza e buon allenamento!
 
DESCRIZIONE DEL TERRITORIO:

Il Gargano inizialmente sommerso dal mare è successivamente emerso, a causa dei movimenti delle placche tettoniche iniziati circa 10 milioni di anni fa e che sono ancora attivi come dimostrano i frequenti terremoti nelle zone più interne della Capitanata. La Tettonica delle placche, dovute all’allargamento del Mar Tirreno e conseguente spostamento e rotazione del meridione dell’Italia ha determinato non solo la formazione degli Appennini Dauni, ma anche del Gargano e delle Murge. Sono emerse rocce sedimentarie: argille, arenarie e calcari. rocce molto friabili, e quindi facilmente plasmabili sotto l’azione dei fenomeni atmosferici. È questo il motivo per cui il promontorio del Gargano presenta un andamento territoriale notevolmente diversificato. In pochi chilometri si passa da oltre mille metri d’altitudine al livello del mare. Ovunque grotte, piani, valloni, inghiottitoi, rendono il paesaggio mosso e frastagliato.Bellissima è la natura particolare di questi sistemi rocciosi e dei canyon carsici, con i tre valloni di Pulsano (Matino e Monteleone, Romiti e Campanile) all’incrocio dei quali troviamo svettare l’Abazia di Pulsano,un belvedere da dove ammirare questo spettacolo.

 

DESCRIZIONE DEL PERCORSO:

Una passeggiata attraverso un sentiero molto interessante dal punto di vistapaesaggistico e naturalistico, ricco di alberi di leccio, roverella e carpino bianco, piante di timo, rosmarino e piante di asparagi. Si parte da un antico tratturo all’inizio della strada asfaltata che porta alla frazione di Tomaiuolo, con splendida vista sul golfo. Da qui, attraverso due cancelli che delimitano un recinto di vacche, da richiudere sempre, si imboccherà un sentiero, unico tratto un pò impegnativo del percorso per massi e rocce affioranti.La discesa conduce nella boscosa Valle Mattina e si conclude sul ponticello che scavalca il relativo rivolo, dopodiché il sentiero corre parallelo a questo fondovalle nel bosco fino a raggiungere la strada incompiuta che avrebbe dovuto collegare Manfredonia all’Abbazia di Santa Maria di Pulsano.Salendo all’Abaziaammireremo gli splendidi ed ampi panorami sui sottostanti e ripidi valloni, sul Golfo di Manfredonia, sulla Piana del Tavoliere, sui Monti Dauni ed il Vulture, sulle Murge e la costa del nord barese. Dopo la visita all’Abazia visiteremol’Eremo di San Gregorio e quindil’Eremo di San Nicola. Ritorno ad anello prendendo la direzionedella strada incompiuta e quindi a destra versoTomaiuoloe le macchine. Eremo di San Gregorio (a fianco dell’Abbazia) Presumibilmente il più antico luogo di eremitaggio sul colle di Pulsano, costituito da un’ampia cavità naturale di circa 200 mq, è dedicato da tempo immemorabile a S. Gregorio Magno, il grande monaco-papa fondatore del monachesimo in terra garganica. L’interno a forma di L converge in un piccolo antro adattabile a zona presbiterale qualora vi siano celebrazioni di sante messe. Fino a pochi anni fa questo eremo era abbandonato, usato come stalla dai pastori della zona. Grazie al lavoro profuso dal volontariato locale nel 1995 l’eremo è stato ripulito, riportato all’antica dignità e ripristinato a luogo di preghiera e meditazione. Attualmente è impiegato per celebrazioni, conferenze e accoglienza di gruppi, oltre ad ospitare la pregevolissima mostra fotografica permanente degli eremi di Pulsano, ad opera di A. Torre. Eremo di San Nicola (distanza dall’Abbazia: 15 minuti) Ubicato nel vallone immediatamente sottostante la Chiesa abbaziale, vi si accede attraverso una lunga e scenografica scalinata scavata nella roccia, che dal limitare di uno strapiombo si snoda fino alle vicinanze dell’ingresso dell’eremo. Formato da due vani ricavati in parte da una cavità naturale e in parte da murature, presenta due ingressi scavati nella roccia; all’interno dello stipite di uno di essi è scolpita una grossa croce greca con al centro un’altra più piccola. Sulle pareti interne di questo eremitaggio si osservano resti di affreschi, tra cui una Annunciazione della Semprevergine e una santa Crocifissione con religiosi oranti, un monaco e un abate con dignità vescovile inginocchiati in adorazione. Lo stato di conservazione degli affreschi è ancora discreto, anche se manomissioni varie – persino incauti tentativi di asporto degli affreschi – nonché numerosi graffiti di firme apposte in epoche recenti, hanno deturpato profondamente queste sante immagini. Da ricordare che in questo eremo nel 1970 fu rinvenuta una pagina dell’evangeliario greco di Pulsano, scampata per miracolo ai roghi dei pastori che qui soggiornavano.

 

CENNI STORICI

Santa Maria di Pulsano è stata fondata sul colle di Pulsano nel VI secolo per opera del monaco-papa San Gregorio MagnoL’abbazia, con i suoi eremi circostanti, collegati da una rete viaria di sentieri e scalinate, nonché da una vera e propria “rete idrica” di canali scavati nella roccia per convogliare le acque in cisterne, piccoli terrazzamenti e singole celle,la possiamo immaginare una sorta di villaggio decentrato che rispecchiava le prime comunità eremitiche, luogo di monaci, anacoreti e cenobiti, orientali e latini. Distrutta successivamente da incursioni saracene, agli inizi del XII secolo fu ricostruita ad opera di San Giovanni da Matera, venuto pellegrino al celebre santuario micaelico di Monte Sant’Angelo. su indicazionedella Madre di Dio –la custode di Pulsano, in seguito sempre venerata con grandissima devozione dalle popolazioni locali. Dal San Giovanni da Matera scaturì una famiglia monastica autonoma, l’Ordine degli Eremiti Pulsanesi, detti anche gli “Scalzi”. Questo ordine con base in questo monastero garganico e nei suoi eremi si diffuse in circa 40 monasteri, sparsi non solo in Puglia ma anche in Italia centrale e settentrionale e persino oltre l’Adriatico. Fra il XIV e il XV secolo l’Ordine pulsanense si estinse e l’abbazia fu custodita da monaci cistercensi, poi da frati domenicani e francescani e infine da monaci celestini, che furono presenti stabilmente su questo colle fino alla soppressione murattiana del 1809. Il complesso monasteriale fu affidato in seguito dal Demanio borbonico ad alcuni sacerdoti diocesani che lo gestirono fino al 1969, anno in cui fu definitivamente abbandonato e in cui cominciò un processo di grave depauperamento artistico dell’abbazia, a causa di furti di ignoti e atti vandalici. In questo luogo, per secoli, eremiti si dedicarono totalmente alla contemplazione e all’ascesi.Sopra questi spuntoni rocciosi e in queste valli oltre all’abbazia sono disseminati ben 24 eremi con celle e luoghi di culto e di lavoro, alcuni persino affrescati, collegati tra loro da una rete di sentieri scoscesi, purtroppo semidistrutti. Ma dal 1990, grazie all’opera del volontariato prima, e successivamente dei monaci, qui di nuovo presenti dal 1997, l’Abbazia è oggi rinata a nuova vita.

 

  Scheda Tecnica

 

Cartografia